
Ecco cosa c’era nella busta recapitataci da Manu: un biglietto e niente più. Tecnicamente, che nessuno ci abbia regalato niente non corrisponde a verità: il bigliettino è di per sé qualcosa ma possiamo affermare che è universalmente riconosciuto che uno scapolo in possesso di un buon patrimonio debba necessariamente cercare una moglie. E che, inoltre, un semplice cartoncino non costituisca un regalo vero e proprio. Anche se, come diceva sempre mio nonno, è il pensiero che conta. Ma se contasse veramente il pensiero, Gasparri sarebbe il portinaio inquietante e fin troppo zelante, grembiule consunto e scopa in mano, di un condominio borghese e decadente. E invece. Non ci siamo rimasti male, sia ben inteso. Lo sappiamo che le cose vanno conquistate. Vorremmo dire meritate ma poi entreremo nel campo del sovrannaturale, in un paese in cui Briatore è milionario, Paola Ferrari ha lavorato per 30 anni in Rai e Siani è considerato un comico.
Cosa voleva comunicare qui l’artista: una busta semi vuota, dentro solo uno scarno biglietto di auguri. Un promemoria più che altro: ricordati che sei solo nell’assurdo e insensato sentiero che è la vita. Quindi su quelle maniche. In questo marasma di outsider e underdog (scusate le parole), uno su mille ce la fa: ma a fare che cosa esattamente?